Barca, meteorologia e preparazione mentale: 170 giorni alla Route du Rhum

Home / News / Barca, meteorologia e preparazione mentale: 170 giorni alla Route du Rhum

Barca, meteorologia e preparazione mentale: 170 giorni alla Route du Rhum

24 Maggio 2022

170 giorni al via della Route du Rhum, la prima sfida di IBSA Sailing for the future, ed è già tempo di bilanci per Alberto Bona: la preparazione per una regata oceanica in solitario è infatti simile a una maratona, in cui devi arrivare al via in perfette condizioni, dopo un lungo allineamento e con tutto sotto controllo.


Si parte dalla barca, attualmente in costruzione a La Trinité-Sur-Mer
Ci lavoriamo da oltre tre mesi – racconta Alberto Bona – il nostro impegno è massimo. Con il progettista e il cantiere abbiamo discusso ogni elemento. Assieme a Sidney Gavignet abbiamo passato in rassegna ogni dettaglio della struttura della barca, dell’elettronica e della componentistica: questo è l’approccio che farà la differenza quando saremo in mare, avere tutto sotto controllo e conoscere ogni piccolo elemento che compone questa sfida”.

 

Queste settimane di preparazione sono dedicate anche alla meteorologia: “Noi velisti oceanici siamo costantemente collegati alle immagini satellitari e ai modelli meteorologici, perché sappiamo che scegliere la rotta giusta è indispensabile. Noi non subiamo il meteo, noi lo sfruttiamo: il fattore chiave è giocare d’anticipo e la Route du Rhum, per il periodo dell’anno in cui si svolge, ci mette di fronte a molte scelte da compiere. Una strategia vincente dipende dalla corretta interpretazione e previsione di dove si piazzeranno le depressioni oceaniche legate al passaggio dall’autunno all’inverno: l’anticiclone delle Azzorre è in particolare un game changer per la tattica in questa regata, così come le depressioni che arriveranno dall’America. Ci sono sostanzialmente due macro-ipotesi: scendere fino all’altezza di Lisbona e poi dirigersi a Ovest, o scegliere una rotta più a Nord all’uscita della Manica. Quest’ultima è di solito più ventosa e pericolosa, mentre quella meridionale è più sicura ma potenzialmente più lenta: quando dovrò fare quella scelta sarò preparato e avrò chiari tutti i dettagli, relativi a me, all’evoluzione meteo e alla barca. Per arrivare pronti stiamo lavorando da mesi”.

 

Oltre che sulla barca, si lavora sull’uomo. Preparazione fisica e mentale: “Voglio arrivare alla partenza senza stress. È un obiettivo molto ambizioso viste le numerose pressioni da gestire, e su questo sto lavorando con Sydney Gavignet. Ci siamo posti tanti piccoli traguardi, da raggiungere uno dopo l’altro. Lo stress porta stanchezza e non puoi arrivare stanco alla partenza di una regata in solitario. Stiamo lavorando giorno per giorno, tanti traguardi per piccoli passi fino al giorno del via”.

 

Ultime news