“Non ci siamo mai scoraggiati, anche quando i modelli davano fino a 400 miglia di ritardo sul primo. Questo nostro atteggiamento ha cambiato tutto: abbiamo iniziato a recuperare, senza mai mollare.”
“Non mollare” è stato il mantra di Alberto Bona e dei suoi compagni di equipaggio Luca Rosetti e Pablo Santurde del Arco durante i quattordici giorni di navigazione della Transat Québec Saint-Malo, una regata durissima, che ha visto tanti ritiri, infortuni a bordo e il naufragio di Acrobatica. Al traguardo, il Class40 IBSA è arrivato sesto, poi diventato settimo in classifica ufficiale per effetto della compensazione garantita allo scafo E Leclerc – Ville La Grand per aver deviato la propria rotta andando in soccorso del team di Alberto Riva. Ma dalle parole di Alberto Bona si capisce quanto, forse mai come in questo caso, non sia il risultato finale a contare ma l’aver compiuto l’impresa.
La Transat Québec Saint-Malo parte alle 14:00 ora canadese del 30 giugno da Québec City e si rivela da subito una regata avvincente e ricca di sfide. Sin dall’inizio, il fiume San Lorenzo mette alla prova i velisti con le sue correnti imprevedibili e il meteo variabile. Dopo pochi minuti dalla partenza, un violento groppo di vento colpisce la flotta, anticipando le difficoltà che i partecipanti affronteranno lungo il percorso. Il Class40 IBSA impiega circa 20 ore per coprire le prime 140 miglia del fiume, posizionandosi in quarta posizione.
Dopo due giorni e sei ore di navigazione, il Class40 IBSA entra nel Golfo di San Lorenzo in sesta posizione, a sole tre miglia dalla testa della regata. Il passaggio a sud dell’isola di Terranova, considerato la porta verso l’Atlantico, è complicato da venti deboli e vede il primo incidente della regata, che costringe l’italiana Claudia Conti – a bordo di La Boulangére Bio di Amelie Grassi – a ritirarsi a causa di un infortunio. Dopo cinque giorni di navigazione e circa 800 miglia percorse, IBSA si trova in quinta posizione.
Il sesto giorno segna una svolta decisiva: il Class40 IBSA e altre quattro imbarcazioni di testa optano per una rotta Nord per aggirare una depressione. Tuttavia, la scelta si rivela meno efficace del previsto, portando il gruppo nelle retrovie. Alberto Bona spiega: “Ci siamo lasciati sedurre dall’opzione Nord, e gestirla poi è stato molto complicato, soprattutto quando le simulazioni ci davano in coda a 400 miglia dal primo.”
Nonostante le difficoltà, il team dimostra una notevole capacità di reazione. Due lunghe giornate di bolina con vento forte permettono al Class40 IBSA di recuperare terreno, risalendo fino alla settima posizione e riducendo il distacco dai primi di 170 miglia. “Andare così a Nord – commentaPablo Santurde del Arco – è stato un grande rischio, ma siamo stati molto bravi a rimettere tutto in gioco riuscendo a reagire e a gestire una lunga e stancante bolina.”
Tra il 9 e il 10 luglio, due gravi incidenti coinvolgono gli skipper italiani Alberto Riva e Ambrogio Beccaria, costringendoli al ritiro. Entrambi gli equipaggi, fortunatamente illesi, trovano rifugio nelle isole Azzorre: “Inizialmente pensavamo a un disalberamento, ma invece le cose sono state ben peggiori – commenta Alberto Bona – Sapere che stavano bene è stato un grande sollievo.”
L’11 luglio, l’ingresso nel Canale della Manica segna l’inizio dell’ultima fase di regata, caratterizzata finalmente da un meteo più clemente e condizioni vivibili in barca, che accompagnano l’equipaggio per altri quattro giorni, fino al 15 luglio alle 16:34:42, quando il Class40 IBSA taglia il traguardo di Saint-Malo, accolto da una folla di persone radunate sui bastioni della città corsara. La performance del team, che conclude la regata in settima posizione ufficiale dopo un’epica rimonta, rimane nella storia di questa competizione.
“È stata una regata emozionante – conclude Alberto Bona – abbiamo vissuto tutte le condizioni possibili e navigato in tutti i modi. Dalla navigazione per me inedita nel fiume, al grande Nord, dove il mare è di un blu che non avevo mai visto, questa Transat è stata difficile, avventurosa e adrenalinica. Chiudere sesti in mare e settimi in classifica, a meno di dieci miglia dal primo, viste le condizioni e le premesse, è un buon risultato”.