La Transat CIC dal racconto di Alberto Bona
“Alla fine questa Transat CIC è stata più avventura che regata”. È così che Alberto Bona ha descritto questa sua impresa, appena approdato al One°15 Marina di Brooklyn, dopo 3.500 miglia e oltre 12 giorni di navigazione.
“Una delle prove più dure che abbia mai sostenuto” – ha aggiunto Alberto, che ha tagliato il traguardo in quinta posizione in una delle regate transoceaniche più famose e impegnative del panorama velico internazionale.
La Transat CIC è partita da Lorient il 28 aprile, con condizioni meteo sorprendentemente miti. Seguendo il percorso stabilito dall’organizzazione, che prevedeva di lasciare la piccola isola di Le Groix a sinistra, le 48 barche al via – 13 Class40, 33 IMOCA e 2 scafi vintage – hanno regalato a tutti gli spettatori un meraviglioso spettacolo di vele colorate mentre raggiungevano il mare aperto, dove le piacevoli condizioni meteo hanno lasciato il posto a freddo, onde e vento.
Con le prue verso nord per sfruttare il più possibile i venti delle latitudini maggiori, gli skipper si sono addentrati nel Golfo della Bretagna dove, dopo appena 24 ore, hanno incontrato la prima di due perturbazioni che, da subito, li ha messi a dura prova. Il risultato sportivo di Alberto Bona ha cominciato a delinearsi già dopo le coste irlandesi: “Stavo navigando mure a sinistra, quando ho sentito che la barca faceva un rumore strano, diverso dal solito. All’inizio mi sono detto che doveva trattarsi di una differente disposizione dei pesi a prua, forse si era spostato qualcosa, ma poi è diventato evidente che lo scafo avesse un problema.”
Solo una volta giunto a New York Alberto ha scoperto che il problema era in realtà una delaminazione di parte dello scafo che, dopo la seconda depressione, ha condizionato la sua andatura facendo temere per la stabilità della barca.
Nonostante la delaminazione, Alberto ha continuato a navigare verso New York, sfidando un vento che si è alternato tra una forte intensità (fino a 40 nodi) e la bonaccia, poi freddo, l’acqua a 5 gradi, la nebbia e le correnti contrarie. Sono state queste le vere avversarie di questa traversata, che Alberto Bona ha concluso in quinta posizione, tagliando la linea d’arrivo dopo 12 giorni, 4 ore, 35 minuti e 37 secondi. Alle 18:05 (ore di New York) di venerdì 10 maggio, Alberto ha attraversato il traguardo a largo della Grande Mela e qualche ora dopo, verso le 5:00 di mattina ora locale, è finalmente approdato nella baia di Brooklyn.
“È stata davvero durissima” – ha raccontato ancora Alberto – “ma essere arrivato a New York è stato magnifico. Ho attraversato una delle perturbazioni più intense che abbia mai vissuto, tutto è stato messo alla prova, comprese la pazienza, la determinazione e la forza d’animo. Per quanto riguarda il risultato sportivo devo ammettere che speravo in un risultato migliore, ma la vela è così. Non sono partito per arrivare quinto, questo è chiaro, ma bisogna saper accettare questo risultato, soprattutto in una regata così difficile, alla quale da ragazzo non avrei mai pensato di poter partecipare, con un Class40 di ultima generazione”.
Una volta terminata la regata, Alberto e lo shore team hanno dovuto portare la barca a Portland, nel Maine, per una sessione non prevista di cantiere e riparazioni.