Meglio soli o (bene) accompagnati? Dal solitario all’equipaggio

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Meglio soli o (bene) accompagnati? Dal solitario all’equipaggio

17 Maggio 2023

Il calendario della seconda stagione del Class40 IBSA prevede solo regate in equipaggio, un notevole cambiamento rispetto alla partecipazione alla Route du Ruhm del 2022, il cui regolamento prevedeva solo velisti solitari.

“Non c’è un meglio o un peggio – spiega Alberto Bona – sono due diversi modi di andare in barca a vela e sono molto contento del fatto che le diverse stagioni del programma IBSA prevedano entrambe le modalità. In questo modo si diventa velisti completi, si acquisisce maggiore esperienza e sicurezza, si ha la possibilità di dare il meglio come atleti e spingere la barca al massimo”.

Andare a vela in solitario impone un certo tipo di ritmi: è necessario essere sempre in sicurezza, avere delle pause di riposo; quindi, la performance della barca non è mai al 100%. “Questo non significa che i solitari vanno piano – spiega Bona – ma che la performance non è mai spinta all’estremo, perché le manovre fatte in solitario richiedono più tempo, margini più ampi, sono più lente e ponderate. Si pensi al sostituire una vela o strambare con vento molto forte. Servono tecniche che garantiscano sicurezza e tutto si prepara con molto preavviso”.

In equipaggio invece si lavora diversamente: “Il Class40 è pensato per la navigazione in doppio, anche se in alcune regate siamo stati e saremo anche in tre o quattro. Guardando alle prove più rilevanti della stagione dal punto di vista sportivo, come la Normandy Channel Race e la Transat Jacques Vabre, saremo in due: io e Pablo Santurde del Arco. Abbiamo un’ottima intesa e Pablo è molto esperto. Posso dire che ci completiamo a vicenda, creiamo una buona squadra assieme”.

Navigare in due significa avere il tempo di riposare, condividere l’impegno delle manovre più impegnative, come i cambi di vele, significa soprattutto avere la lucidità e la concentrazione per portare sempre la barca al massimo, puntando alla performance: “quando sei in due hai più tempo per tutto, e questo significa riuscire a fare tutto meglio, dando la giusta attenzione anche al minimo dettaglio, perché una regata la vinci quando riesci, in tutte le andature, a far andare la barca sempre meglio dei tuoi avversari. Per farlo devi guardare ogni minimo dettaglio. C’è poi il tema di scambiare opinioni e confrontarsi: la tattica e la gestione del meteo sono alla base di una buona conduzione, e analizzare la situazione in team permette di valutare e rivalutare molti elementi”.

Ma cosa preferisce Alberto Bona? “Posso fare un ragionamento generale: delle regate in solitario mi piace il fatto che è necessario avere una forte determinazione, essere pronti a tutto e trovare soluzioni. Delle regate in team mi piace molto l’aspetto della preparazione, dello scegliere l’equipaggio e trovare le persone giuste per lavorarci assieme. Quindi ci sono dei plus in entrambe le condizioni e una non esclude l’altra. Noi velisti in oceano cerchiamo di tirare fuori il meglio da ogni situazione”.

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