Una chiacchierata con… Andrea Madaffari – parte 2

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Una chiacchierata con… Andrea Madaffari – parte 2

10 Maggio 2022

Obiettivo Route du Rhum, la preparazione atletica di Alberto Bona

 

Andrea Madaffari è il preparatore atletico di Alberto. Uno dei primi membri del suo team che è entrato in gioco per la preparazione del primo appuntamento importante del progetto IBSA – Sailing into the future. Together. Prima ancora della preparazione in mare, con il Mach 5, Alberto si sta preparando a terra, tutti i giorni.

Andrea è un veterano del settore e oggi si occupa di preparare giovani atleti della vela. Nel suo curriculum vanta due vittorie ai campionati del mondo, nel 1989 e nel 1991, e quattro partecipazioni alla Coppa America, tre da preparatore atletico e due da grinder; in un’occasione fece entrambi: nel 1987 con “Azzurra”, nel 1992 con il “Moro di Venezia”, nel 2002 e nel 2007 con “Mascalzone Latino”. È stato preparatore atletico nella squadra olimpica della Nazionale di vela, con la quale fece tutta la campagna di 4 anni, fino al 1996 per i Giochi di Atlanta. È stato velista di alto livello e oggi si dedica a tempo pieno alla preparazione degli atleti.

Abbiamo discusso con lui e analizzato gli aspetti cruciali della preparazione fisica di Alberto.   

 

Che tipo di attività fa nello specifico Alberto per prepararsi?

La preparazione di Alberto è un insieme di attività aerobiche e attività muscolari, alternate. La scelta è quella di utilizzare piccoli attrezzi di potenziamento per migliorare la sua forza. Abbiamo deciso insieme, per il piacere mentale e psicologico di Alberto, che si potrà allenare liberamente a casa, non dovendo quindi ricorrere ad una palestra. Alberto dedica buona parte della sua attività alla forza alternata ad un’attività aerobica di corsa, cosa che a lui piace, ricercando capacità e potenza aerobica. La capacità è la possibilità di avere fiato di base, nel lungo lavoro. La potenza aerobica, invece, è richiesta perché ha questi spunti che consentiranno ad Alberto in pochi minuti di cambiare una vela con mare mosso, issare quella nuova, e mettere a posto l’altra. Io li chiamo i momenti nei quali uno dice che cosa ci sto a fare qui, perché sono qui: in quegli attimi è necessaria tutta la sua possibilità di alimentare i suoi muscoli attraverso una potenza aerobica che sia di qualità. Quando corre non fa solo una corsetta, alterna corsa media a ripetute, allunghi, giochi di ritmo che si usano in atletica leggera per aumentare l’intensità in poco tempo.

La preparazione di Alberto, se si potesse esprimere in poche parole, è finalizzata a garantirgli di poter navigare in totale sicurezza con un fisico pronto. L’aspetto della salute è assolutamente prioritario. Dobbiamo metterlo in condizione di essere un Alberto in grado di convivere con gli sforzi che in barca gli vengono richiesti.

 

C’è un criterio che guida la preparazione atletica? Come si raggiunge la performance ideale?

La preparazione è una preparazione da atleta. Si tiene sotto controllo lo stress dell’esercizio perché sia allenante, questi stress devono creare adattamento senza creare problemi. Se lo stress è troppo basso non c’è allenamento, miglioramento, se invece lo stress è troppo alto si rischiano infiammazioni. La difficoltà è trovare l’equilibrio per raggiungere la massima performance senza creare infortuni. Con Alberto ho il vantaggio di avere molto tempo, non sono esasperato da questa ricerca. Possiamo lavorare in tranquillità e soprattutto abbiamo tutto il tempo per trovare la qualità giusta, sottoponendolo a dei carichi adeguati e avendo il tempo di fare delle fasi di scarico, di riposo per presentarci a novembre assolutamente pronti.

Con Alberto abbiamo speso del tempo per cercare di capire l’esecuzione esatta dell’esercizio, la respirazione, i tempi, per evitare i sovraccarichi. Analizziamo il più possibile tutti questi aspetti insieme al fine di salvaguardarne la salute. Gli propongo cose magari più semplici per tutelare il suo fisico. Devo fare in modo che lui aumenti le sue capacità in modo sicuro. Abbiamo poi il tempo necessario per lavorare sulle mancanze, lui dovrà ascoltare bene il suo fisico e insieme lavoreremo per colmare le lacune.

 

Per quanto riguarda la vela d’altura – la vela di cui Alberto fa parte – che tipo di attività andrebbe programmata?

È un’attività che alterna periodi di alta intensità di manovra a periodi di relativa minore intensità, non potrei dire quiete perché la quiete in quella specialità non esiste mai. C’è la necessità in certi momenti di avere tanta potenza, sia aerobica che muscolare, durante un cambio di vele per esempio. Tirare, ordinare, riassettare, rispostare pesi necessita una potenza vera e propria che si esprime alternativamente in momenti non sempre diretti dalla nostra volontà, ma che dipendono dalle situazioni in cui ci si trova. Alberto deve pensare non solo ad aumentare la sua potenza aerobica e la sua potenza muscolare, ma deve anche cercare di avere il miglior livello di fitness e di salute possibili, prima di partire.

 

Ci spieghi meglio cosa intendi quando parli di “livello di fitness e salute”?

Il concetto di fitness e di salute è un concetto semplice, per qualsiasi sport di natura, e la vela è uno degli sport di natura per eccellenza, fisicamente bisogna essere a posto. Non possiamo pensare di affrontare una sfida come quella di Alberto portando in barca problemi vecchi o recenti. La preparazione in questo caso non è solo una preparazione mirata alla ricerca della performance nella regata che lui affronterà. È anche mirata ad alzare il suo livello di fitness generale e a fare in modo che nel momento in cui lui parte, per competizioni che durano molti giorni, il suo livello di salute sia eccellente. Una buona parte della preparazione, infatti, è finalizzata a far in modo che la sua salute sia al top nei giorni prima della partenza. Il nostro obiettivo finale comune è questo. Sembra banale dirlo, ma non lo è affatto. Pensiamo agli atleti che corrono la finale dei 100 metri piani alle Olimpiadi: tutti hanno dei piccoli acciacchi, degli stress… sicuramente farà bene chi sarà più in salute degli altri. Chi è più in salute è in grado di performare meglio, questo accomuna tutti gli atleti ed è determinante per il risultato di un atleta che parte in mare in solitaria.

 

Conoscevi già Alberto come velista? Cosa pensi di lui?

Non lo conoscevo, lavoriamo insieme da poco, ma è molto determinato. È una sfida interessante anche per me la sua: anch’io mi sono messo in gioco e sono con lui con questo desiderio di vedere cosa riusciremo a fare. Il velista solitario mi mancava nel mio curriculum. Alberto è meticoloso, serio, attento a tutti i dettagli, ha la mentalità giusta. È il primo velista in solitaria che conosco direttamente ed è un fior di velista, un fior di atleta. È molto focalizzato, mi piace molto.    

 

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