“Come è iniziato tutto? Quando una volta provai, quasi per caso, un mini 6,5. Rimasi folgorato e mi dissi “io da qui non voglio più scendere”. […]
Per me ha qualcosa di magnetico anche se non sono nato vicino al mare, ma l’ho scoperto e iniziato ad amare solo più avanti negli anni. Certo, è sport, è una professione, è una scelta di vita, ma è anche tanto di più, qualcosa di molto più profondo. Quando ti trovi su una barca così piccola come quelle con cui ho iniziato io, in mezzo all’Oceano, è una sensazione bellissima, magica. […]
In mezzo al mare ho imparato tanto di me stesso non solo dal punto di vista fisico, quando devi combattere contro la fatica, contro il sonno, ma anche quando devi trovare un bel rapporto con te stesso. Stai tante ore da solo, lontano da tutti, scopri davvero chi sei tu.”
(Sportweek, 2019)
Il mare nel sangue
Laureato in filosofia, Alberto, torinese di nascita, ha il mare nel DNA. Il legame tra Alberto e la vela è precoce: quando è ancora neonato attraversa in crociera il Mediterraneo sul Camper & Nicholson di famiglia. A otto anni inizia la formazione sulle derive, ottima palestra per acquisire i fondamentali di ogni velista. Per Alberto però vela fa rima con avventura e solitario: a 19 anni si costruisce una deriva di 2,5 metri e attraversa da solo il Tirreno.
Le competizioni arriveranno poco dopo, ma è già chiara la direzione che prenderà il suo percorso.
Quando è uno studente universitario sale a bordo di Stormvogel, veloce ULDB e barca storica, con cui conquista il trofeo Panerai, ma soprattutto attraversa per la prima volta l’Oceano Atlantico, vincendo la ARC con un equipaggio neozelandese.
L’esperienza delle regate classiche “tra le boe” in monotipo arricchisce la sua preparazione. Alberto si sta formando come velista eclettico e preparato.
I grandi spazi dell’Oceano
La “course au large” è il suo obiettivo, così a 27 anni Alberto è a Lorient per la partenza della Mini Transat, regata in solitario che prevede la traversata dell’Atlantico. Le Mini sono laboratori galleggianti, tutte le innovazioni nel campo della tecnologia applicata alle regate atlantiche arrivano da questa classe. Queste barche di 6,5 m sono capaci di attraversare l’Oceano in 13 giorni. La Mini Transat è una regata mitica, Alberto ci arriva grazie alla vittoria del campionato italiano 2012 e grazie al supporto dello Yatch Club Italiano. Alla prima esperienza arriva 5° in Guadalupa con la sua Mini Onlinesim dopo una regata combattuta fino all’ultimo. È uno dei migliori risultati italiani di sempre in questa categoria.
Quando arriva dall’altra parte dell’Oceano, Alberto non è più solo un velista, è diventato un navigatore professionista. È entrato, dopo quella regata, in una ristretta cerchia di sportivi italiani.
Nasce all’arrivo di quella Mini Transat il bisogno irrefrenabile di tornare a bordo appena si è scesi a terra. Di attraversare di nuovo l’Oceano, di tornare a vivere le sensazioni provate in mezzo alle immense masse d’acqua. Da quel bisogno nasce la determinazione di Alberto, la volontà di dedicarsi a nuovi progetti con caparbietà e dedizione.
Il sogno del 2015 è quello di passare nella categoria prototipi Mini 6,50: prendere una barca esistente e migliorarla con l’obiettivo di comprendere i segreti progettuali e continuare a fare esperienza nel campo della costruzione con materiali compositi ad alta tecnologia. La collaborazione con l’Università di ingegneria nautica di La Spezia e un giovane gruppo di progettisti comincia e i risultati non tardano ad arrivare. Nel 2015 con Promostudi La Spezia vince il campionato italiano, mentre in campo internazionale in Oceano nella traversata Les Sables-Horta-Les Sables arriva secondo.
Tra una Mini Transat e l’altra è un navigatore ricercato per le regate d’altura classiche del Mediterraneo. La formazione con i migliori francesi in meteorologia e l’esperienza in Oceano lo rendono un eccellente stratega nella gestione delle regate d’altura. Ottiene ottimi risultati: Campione italiano Offshore in equipaggio nel 2014.
Sull’acqua in volo
Nella carriera di ogni navigatore la volontà è quella di misurarsi con i migliori, nelle classi dove i migliori competono. Nel 2017 Alberto passa al Class40 supportato da Giovanni Soldini, che gli mette a disposizione la sua imbarcazione, ex Telecom Italia. Con questa barca partecipa alla Transat Jacques Vabres, dove è costretto al ritiro quando è al sesto posto.
Giovanni lo invita nel 2019 a salire a bordo del Maserati Multi 70, un trimarano dotato di foil, tra le barche più veloci esistenti al mondo. Come membro dell’equipaggio, insieme ai navigatori più forti ed esperti in circolazione, Alberto partecipa ad alcune lunghe navigazioni. Il trasferimento da Okinawa a Hong Kong, il giro d’Europa, dedicato a testare il nuovo assetto volante del trimarano, e la regata nel pacifico Transpac a luglio 2019. Alberto sperimenta la navigazione a oltre 40 nodi di velocità, 70 km/h volando sull’acqua.
La pratica sui foil, acquisita con il Maserati, è il passo necessario per passare su un’altra imbarcazione. Il Figaro Beneteau 3 è il primo monoscafo monotipo a foil di serie, un concentrato di tecnologia e innovazione, con cui Alberto partecipa alla Solitaire. Questo campionato è tra i più competitivi della vela oceanica e mette nuovamente Alberto a fianco dei migliori navigatori mondiali della categoria. Unico italiano iscritto al campionato, termina 7° tra gli esordienti il primo anno e 16° assoluto nel 2020.
Nella stagione 2021, dopo tanta esperienza accumulata, guida un team alla conquista del titolo italiano offshore e vince gli europei in doppio misto a bordo del Figaro 3.
Nel 2022 inizia il nuovo progetto con il supporto di IBSA Group.
Competere, progettare, innovare, gestire: tutte competenze che Alberto ha acquisito in questi anni e che saranno cruciali per il percorso del suo Class40 IBSA.
Una barca innovativa e tecnologica progettata nei dettagli, un team affiatato e d’esperienza per competere al massimo.
Regatare nella classe più numerosa e competitiva della Route du Rhum, la Class40, con 55 partecipanti in categoria, è il primo obiettivo in calendario: “una Route du Rhum 2022, meravigliosa, formativa, difficile e incredibilmente impegnativa – dirà appena arrivato in Guadalupa in ottava posizione – una regata che mi ha lasciato una grande voglia di andare avanti, avere altro Oceano e altri mari da navigare”.
Nel programma 2023, oceani e mari non mancano: sei regate tra le più note e sfidanti della vela oceanica, con oltre 13mila miglia da navigare tra Atlantico, Golfo di Biscaglia, canale della Manica e Mar Celtico. A differenza della Route du Rhum, le regate della seconda stagione vedono Alberto navigare in equipaggio: al suo fianco il velista spagnolo Pablo Santurde del Arco, con il quale Alberto conquista il titolo di campione di classe, grazie ai primi posti ottenuti nella RORC Caribbean 600 e nella Les Sable-Horta-Les Sable, e ai terzi posti nella Défi Atlantique e nella Transat Jacques Vabre.
Per la stagione 2024 del progetto Sailing into the Future. Together, Alberto sceglie tre regate intense e impegnative, a nuove latitudini: le “monumentali” transoceaniche Transat CIC in solitario e Transat Québec Saint-Malo in equipaggio, terminando con la Normandy Channel Race in doppio.