TRANSAT JACQUES VABRE | DAY 11

08 Novembre 2023

Oltre 40 ore di navigazione con il mare formato, groppi di vento e due depressioni da affrontare, la seconda delle quali di notte, vicino alla costa galiziana, a tirare bordi dopo Finisterre. È un Golfo di Biscaglia che non dimentichi, quello affrontato dal Class40 IBSA e dalla flotta impegnata nella seconda tappa della Transat Jacques Vabre, partita lunedì alle 10.45 da Lorient, in Bretagna, con un meteo indiavolato e un mare arrabbiato. Ma più si arrabbia il mare, più Alberto Bona e Pablo Santurde del Arco reagiscono, e lo fanno con un ottimo posizionamento, in seconda posizione al rilevamento delle 12 di mercoledì 8 novembre, passato Finisterre, dopo la virata che rappresenta una prima svolta verso Sud.

Alberto e Pablo corrono veloci: sempre nel gruppetto di testa che guida la flotta dei Class40, macinano miglia su miglia con il miraggio degli Alisei e del caldo, mentre si districano tra un groppo di vento e l’altro. Da bordo arrivano anche degli audio di Bona, dove in realtà a parlare è la barca, con il sonoro delle cadute dall’onda, un ritmo costante, delle botte che da sole raccontano dell’andatura e del mare. Tutto bene a bordo di IBSA esordisce Alberto Bona con quello che ormai sembra essere un mantra per il velista, “Abbiamo navigato bene fin qui. È stata molto impegnativa, come previsto abbiamo trovato tanto mare. Sappiamo che dobbiamo passare veloci e correre verso Sud”.

Quasi tutta la flotta ha scelto di restare sotto costa per il delicato passaggio a Finisterre, che segna l’uscita dal Golfo di Biscaglia, navigando di bolina tra la terra e l’area interdetta sfidando il secondo fronte. All’alba, l’uscita dall’immaginario canale tra la costa galiziana e la “no sail zone”, finalmente un bordo al largo per mettersi nella miglior posizione per iniziare la discesa a Sud, chiudendo così una fase di regata molto impegnativa e tattica. Percorse fin qui poco più di 400 miglia, ancora 3.300 to go, e – come ormai da copione – non manca la sfida: sette barche in tre miglia, poi diciassette miglia di vantaggio sul resto della flotta.

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