Sole e scrosci di pioggia, poi vento e di nuovo sole: il marchio di fabbrica della Normandia per il venerdì prima della Transat Jacques Vabre, il giorno in cui i velisti italiani si ritrovano assieme per raccontare la loro storia in una conferenza stampa, tutti agguerriti ma fortemente coesi per un obiettivo comune: mostrare come la vela sulle lunghe distanze sia cresciuta, matura, interessante per gli sponsor e pronta per un nuovo salto di qualità. L’onda italiana in Francia si compone di sei skipper e cinque imbarcazioni, a partire dal Class 40 IBSA, che è – tecnicamente – la barca da battere: due vittorie nella stagione, il record di percorrenza sulle 24 ore fanno di Alberto Bona uno dei grandi protagonisti di quest’anno. Gli ingredienti per una grande storia ci sono tutti: in Class40 sono cinque italiani al via, tutti con barche nuove e performanti, tutti con grandi storie, e tanta motivazione: “Provo orgoglio e rispetto – dirà Alberto di fronte alla stampa italiana che si sta innamorando della vela oceanica – sono orgoglioso di far parte di un grande movimento che sta crescendo e sta ispirando le giovani generazioni – e provo rispetto per tutti i miei avversari, sarà una lunga e dura regata e tutti vogliamo essere davanti a guidare la flotta”.
Una flotta concentrata oggi sulle condizioni meteo, che appaiono molto dure: partire a fine ottobre dovendo attraversare la Manica con il vento contro è senza dubbio indice di giornate impegnative e difficili, ma quello che si sta formando al largo di Finisterre è una perturbazione molto consistente, che i velisti dovranno affrontare con molta cura. Da qui l’attesa per capire le scelte dell’organizzazione in termini di partenza, ed eventuali scelte arriveranno domani, sabato 28, probabilmente nello skipper meeting delle 10.
Per Alberto Bona, intanto, sono ore di preparazione e analisi dei dati: la barca è pronta, tutto è caricato a bordo; dopo gli ultimi test sulle batterie arriva l’analisi della parte informatica, oltre che i giornalieri briefing meteo. Dopo l’incontro con i giornalisti c’è tempo per gli ultimi controlli e tempo – prezioso tempo – per riposare.
Pablo Santurde del Arco è onnipresente a bordo: “Lui è l’uomo più meticoloso con cui abbia mai navigato – racconta Alberto – ha un ruolo importante nella preparazione, così come in navigazione”. Alberto e Pablo manterranno turni di due ore a testa, anche se in alcune condizioni potranno diventare anche tre: “Abbiamo provato nel trasferimento, funziona in certe andature e sperimenteremo. È chiaro che nelle grandi manovre lavoriamo insieme, ma poi bisogna essere bravi a tornare a regime, a darsi il cambio per mantenere energia e concentrazione. Le regate in doppio sono delle solitarie part time, ma devi condividere scelte e le forze: così ci si migliora a vicenda”.